L'Italia é una Repubblica falsamente democratica, fondata
sulla "invasione" e successiva occupazione da parte delle forze
alleate contro il blocco delirante delle forze nazifasciste, con il supporto
logistico della mafia e della massoneria.
La trattativa Mafia /Stato, quindi, non puó considerarsi un teorema, né può esserci sorpresa per gli inchini di Madonne e Santi in processione.
Trattasi di codice genetico, di Dna, di peccati originali.
Come dire due corpi e un'anima ...... che non si lasceranno mai, perchè hanno “condiviso” troppe cose .......
La trattativa Mafia /Stato, quindi, non puó considerarsi un teorema, né può esserci sorpresa per gli inchini di Madonne e Santi in processione.
Trattasi di codice genetico, di Dna, di peccati originali.
Come dire due corpi e un'anima ...... che non si lasceranno mai, perchè hanno “condiviso” troppe cose .......
Pio Bove
fernanda
grazie, mi hai rischiarato la serata di ottimismo ora che me lo sono ricordato;
;) a parte le battute, l'alternativa è
una bomba ai neutroni o politicamente potrebbe esservi speranza nel domani?
No Pio, non abbiamo speranze. E'
un dato ineluttabile. Le rivoluzioni culturali impegnano almeno due o tre
generazioni prima di affermarsi e se mai ne scoppiasse una in Italia, o se
fosse già scoppiata a spizzichi e bocconi, noi potremmo, tutt' al più,
continuare a dare il nostro contributo, ma non ne vedremmo mai la vittoria. Le
rivoluzioni popolari, invece, non sono nel DNA italico. Noi al massimo facciamo
la guerriglia, con tanti capi e capetti ognuno dei quali pensa che la sua sia
l'unica rivoluzione possibile, e che alla fine si allea con il potente di turno
che passa per essere il liberatore, quello cui affidarsi dopo avere aperto una
breccia. In realtà, la storia insegna, si passa da una dittatura all'altra, La
dittatura non necessariamente è "violenza fisica" o "repressione
delle libertà personali e politiche". Può essere molto più subdolamente,
una dittatura che "scegli" e che alimenti pensando di essere libero.
E quindi il dittatore si trasforma negli anni in un illusionista, un venditore,
piazzista e imbonitore di piazza, in un impostore, in ventriloquo, o in un
cavallo di Troia. D'altro canto la rivoluzione culturale necessità dello
slancio puro e appassionato che appartiene solo alla "meglio
gioventù" che da noi stenta a sopravvivere e che o si è ritirata a vita
privata, quasi claustrale, o ha dovuto o a preferito andare nei Paesi dove il
merito, e non il familismo amorale, è l'elemento di selezione, il faro,
l'obiettivo. La rivoluzione popolare necessità, invece, di un popolo maturo e
di giovani forti e coraggiosi e da noi, la gran parte di quelli rimasti, sono
anabolizzati, callcenterizzati, apericenizzati, fatti e sfatti di tutto. I più
brillanti sognano un posto pubblico o di portaborse di un politico alla
Scilipoti o alla Razzi così fanno prima a prenderne meritatamente il posto.
Quali speranze vuoi avere? Siamo in piena ed inesorabile decadenza. La nostra è
una civiltà sfinita oltre che finita. Le rivoluzioni individuali sono
ininfluenti, ma ci sono. La mia personale rivoluzione è quella di essere
sufficientemente distaccata dal fascino dell'esibizione del potere, ma di
controllarlo a vista per denunciarne i vizi, compreso i miei, e di combatterlo tutti
i giorni nello stile di vita che pratico, che ho scelto, imponendomi di essere
cittadina e non consumatrice.
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