mercoledì 4 giugno 2014

I 30 del Consiglio Regionale Calabrese...

Il Consiglio Regionale Calabrese prima di sciogliersi ha approvato la modifica allo Statuto e la nuova Legge Elettorale, partorendo un'aberrante legislazione diretta a garantire i soliti noti e ad eludere la sentenza della Consulta, che ha già dichiarato incostituzionale la legge elettorale calabrese per avere modificato da 30 a 40 il numero dei consiglieri regionali. E di fatti ha previsto un parlamento regionale composto da 30 consiglieri regionali effettivi ed alcuni supplenti che potranno variare da 3 a 6 a seconda se in giunta ci saranno o meno assessori esterni.
Da oggi in poi, inoltre, una lista regionale da sola dovrà superare l’asticella del 15% per entrare a Palazzo Campanella, una lista facente parte di una coalizione, invece, dovrà raggiungere il più abbordabile 4%. Mistero della fede! Si proprio così: non saranno ammesse alla ripartizione dei seggi le liste regionali che non abbiano ottenuto nell’intera Calabria almeno il 15% dei voti ed almeno il 4% se fanno parte di una delle coalizioni. Non capisco, ma obbedisco. Della serie: è inutile che vi agitate, che vi organizzate, che vi proponiate perché qui non c'è trippa per gatti, fatti salvi i partiti già seduti in consiglio regionale.
Che dire?
Che all'orrido giuridico e alla compressione di democrazia di tale riforma si assocerà l'ibrido costituzionale che deriverà dalla introduzione del Senato delle Regioni e dei Comuni;
Che forse sarebbe stato meglio abolire oltre alle province, gli altri enti intermedi e prioritariamente le regioni, fonti principali dell'aumento esponenziale del debito pubblico italiano e della cattiva amministrazione;
Che forse non sarebbe male una riforma dello Stato con la previsione di un unico filtro rispetto al cittadino: i Comuni con il sindaco e la giunta comunale.
Questa si che sarebbe anche una bella semplificazione della PA carissimi Matteo Renzi e Marianna Madia.
Pensate, un Paese in cui sanità, giustizia, pubblica istruzione, università, ricerca, difesa, trasporti, strade. autostrade, ferrovie, aeroporti, dovrebbe essere programmata su scala nazionale a costi standard e con servizi standard per tutti, da Trento a Capo Passero. Una vera Italia Unita senza cittadini di serie A e di serie B.
Un Paese in cui i cittadini saprebbero che i responsabili di ogni cosa, nel bene e nel male, sarebbero solo due. Che gli enti cui rivolgersi per risolvere un problema sono solo due. Un Paese normale e senza scarichi di barile e di responsabilità. Forse troppo semplice per nostri bizantinismi e barocchismi giuridici.
Se fino ad ora qualcuno di noi ha fatto la guerra ai mulini a vento, d'ora in poi non ci saranno più nemmeno i mulini e le nostre istituzioni democratiche sempre più ostaggio delle caste e dei loro fedeli servitori.


http://www.ilquotidianodellacalabria.it/news/politica/726243/Consiglio-regionale-iniziato-e-gia-interrotto.html
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