venerdì 11 luglio 2014

Stato/Mafia: un corpo e un'anima..


L'Italia é una Repubblica falsamente democratica, fondata sulla "invasione" e successiva occupazione da parte delle forze alleate contro il blocco delirante delle forze nazifasciste, con il supporto logistico della mafia e della massoneria.
La trattativa Mafia /Stato, quindi, non puó considerarsi un teorema, né può esserci sorpresa per gli inchini di Madonne e Santi in processione.
Trattasi di codice genetico, di Dna, di peccati originali.
Come dire due corpi e un'anima ...... che non si lasceranno mai, perchè hanno “condiviso”  troppe cose .......

Pio Bove fernanda grazie, mi hai rischiarato la serata di ottimismo ora che me lo sono ricordato; ;) a parte le battute, l'alternativa è una bomba ai neutroni o politicamente potrebbe esservi speranza nel domani?

No Pio,  non abbiamo speranze. E' un dato ineluttabile. Le rivoluzioni culturali impegnano almeno due o tre generazioni prima di affermarsi e se mai ne scoppiasse una in Italia, o se fosse già scoppiata a spizzichi e bocconi, noi potremmo, tutt' al più, continuare a dare il nostro contributo, ma non ne vedremmo mai la vittoria. Le rivoluzioni popolari, invece, non sono nel DNA italico. Noi al massimo facciamo la guerriglia, con tanti capi e capetti ognuno dei quali pensa che la sua sia l'unica rivoluzione possibile, e che alla fine si allea con il potente di turno che passa per essere il liberatore, quello cui affidarsi dopo avere aperto una breccia. In realtà, la storia insegna, si passa da una dittatura all'altra, La dittatura non necessariamente è "violenza fisica" o "repressione delle libertà personali e politiche". Può essere molto più subdolamente, una dittatura che "scegli" e che alimenti pensando di essere libero. E quindi il dittatore si trasforma negli anni in un illusionista, un venditore, piazzista e imbonitore di piazza, in un impostore, in ventriloquo, o in un cavallo di Troia. D'altro canto la rivoluzione culturale necessità dello slancio puro e appassionato che appartiene solo alla "meglio gioventù" che da noi stenta a sopravvivere e che o si è ritirata a vita privata, quasi claustrale, o ha dovuto o a preferito andare nei Paesi dove il merito, e non il familismo amorale, è l'elemento di selezione, il faro, l'obiettivo. La rivoluzione popolare necessità, invece, di un popolo maturo e di giovani forti e coraggiosi e da noi, la gran parte di quelli rimasti, sono anabolizzati, callcenterizzati, apericenizzati, fatti e sfatti di tutto. I più brillanti sognano un posto pubblico o di portaborse di un politico alla Scilipoti o alla Razzi così fanno prima a prenderne meritatamente il posto. Quali speranze vuoi avere? Siamo in piena ed inesorabile decadenza. La nostra è una civiltà sfinita oltre che finita. Le rivoluzioni individuali sono ininfluenti, ma ci sono. La mia personale rivoluzione è quella di essere sufficientemente distaccata dal fascino dell'esibizione del potere, ma di controllarlo a vista per denunciarne i vizi, compreso i miei, e di combatterlo tutti i giorni nello stile di vita che pratico, che ho scelto, imponendomi di essere cittadina e non consumatrice.
 

mercoledì 9 luglio 2014

Per ricostruire il Paese è necessario demolire il mostruoso novecento a firma di un manipoli di cultori dell'orrido

I sindaci, i responsabili degli  uffici tecnici comunali e tutti gli urbanisti che hanno firmato i progetti e i piani di costruzione di quasi tutte le città e i paesi d'Italia, li manderei tutti in galera a prescindere: la maggioranza perchè ha consentito il sacco del territorio e la minoranza, che non ha colpe dirette, ma che quando è diventata maggioranza non ha avuto il coraggio di abbattere questo nostruosa colata di bruttezza cementizia. Mi chiedo quale paradiso terrestre sarebbe Trapani, Erice, Pacicco, le saline, se solo avessero legato le mani a questi signori? Che Bel Paese sarebbe l'Italia? Ai nuovi sindaci il compito di ricostruire il territorio demolendo

giovedì 3 luglio 2014

Politica innovativa o vintage di antica famiglia?

Cambiare davvero si può e si deve, ma con atti veri e non con lifting di facciata spacciare per rivoluzioni atti di evidente politica vintage
Stanare le evasioni fiscali o le elusioni anche attraverso la tracciabilità del danaro contante spicciolo, quello della spese, della pizza, del gelato, e l'imposizione di fatto della moneta elettronica, è di per se comprensibile, ma non sufficiente.
Quello che non comprendo è la riluttanza del Parlamento italiano, anche a fronte dell'imposizione di una iperbolica aliquota IRPEF sul residuo reddito, ad introdurre l'opportunità per le famiglie, le imprese, tutti i contribuenti, di detrarre dall'imponibile tutte le spese documentate e sopportate nel corso del mese, del trimestre e dell'anno fiscale, coinvolgendo quindi i cittadini nella lotta ai furbetti, ma anche nella guerra ai furboni che con le false fatturazioni, false prestazioni, fallimenti pilotati, bancarotte fraudolente, hanno usato, abusato di finanziamenti pubblici, di crediti IVA, di agevolazioni fiscali.
A mio modesto assunto questo modo di procedere, questa riluttanza, è ampiamente DOLOSA e PREMEDITATA perché serve solo a favorire banche, furboni, grandi imprese, costituzioni di fondi neri, alterazione del libero mercato con aggressione in danno della piccola e media impresa, del singolo professionista, del piccolo bottegaio in favore delle multinazionali del credito, del commercio, delle società professionali. cambiareverso caro renzi non significa difendere gli antichi vizi di una antica classe dirigente politica, sindacale ed imprenditoriale.
Questo non è cambiamento è sdoganamento di un vecchio (mal)costume...

mercoledì 2 luglio 2014

Il cambiamento a corrente alternata

L'art 68 della Costituzione, che prevede l'immunità parlamentare, nasce dalla preminente esigenza di tutelare le libertà individuali e politiche impedendo ogni forma di condizionamento e/o persecuzione del parlamentare. Tutto l'impianto costituzionale, del resto, é nato dalla esigenza di neutralizzare ogni ipotetica restaurazione del disciolto partito fascista e di impedire derive autoritarie....
Oggi la maggioranza parlamentare invoca la modifica della Costituziome perchè, a suo giudizio, le preoccupazioni di allora sarebbero ormai superate dall'affermazione del moderno Stato Democratico e di Diritto.
É curioso però vedere i nostri parlamentari proiettati verso il superamento e la modifica solo di una parte della Costituzione, vedi le proposte sugli artt. 39, 49, 138, titolo V, bicameralismo ecc ecc., mentre sono garantisti e conservatori, ritenendo tutt'ora necessario il rispetto e il mantenimento delle loro prerogative e dei privilevi, benchè anch'essi post bellici, come l'immunità parlamentare. Come dire .....armiamoci e partite.... ovvero.... #cambiareverso solo da un verso.