22 due anni fa ero laureanda in legge con tesi sperimentale in
Diritto Costituzionale - "Il metodo democratico nei e per i partiti
politici" - Relatore Professore Ventura. Scuola di pensiero di
riferimento Temistocle Martines. Eravamo prossimi ad una Legge
Elettorale Maggioritaria e stavamo sprofondando in Tangentopoli.
22
anni fa decisi, dopo che per troppi tempo avevo posto inutilmente la
questione morale all'interno del PSI, di mollare l'impegno politico e
di dedicarmi alla professione forense. E così fu.
Oggi come 22
anni fa, dopo avere per tanti altri anni ancora ostinatamente
cercato posto la questione morale all'interno del PD, denunciando la
falsa agibilità democratica di cui ci siamo ammantati, invocando una
nuova idea di sviluppo economico per il Paese ed una nuova legislazione
elettorale che consentisse una vera partecipazione democratica dei
cittadini al governo del Paese, e non la loro esclusiva strumentalità
alla legittimazione di un metodo che democratico non è.
Oggi come
22 anni fa prendo atto che ho perso solo tempo, che la politica non
cambia perché gli italiani non sono cambiati e non hanno voglia di
cambiare, perché oggi come allora ognuno crede di avere una corsia
preferenziale, un amico cui rivolgersi per ottenere o mantenere un
diritto che diventa privilegio, perché ognuno usa la politica e i
partiti politici, come se fossero una scacchiera. L'importante è fare
scacco matto.
E spesso chi si accompagna con te, che
notoriamente sei la rompiballe di turno, chi negli anni ha condiviso e
denunciato con te imbrogli e imbroglioni, lo fa e lo ha fatto solo per
alzare il prezzo, per trovare migliore accoglienza nel momento del
ritorno fra le braccia aperte dei padri e dei padrini politici che,
come nelle migliori tradizioni, uccideranno il vitello più grande per
festeggiare il ritorno all'ovile dei figlioli e delle figliole.
Perché
la politica, il partito, le campagne elettorali, sono solo degli
strumenti e delle occasioni catartiche nelle quale vendere cara la
pelle.
Oggi come allora stiamo precipitando in una tangentopoli
più grande, dove nessuno si salva, dove anche le mafie arrivano
addirittura seconde alla cupola politica.
Oggi Falcone,
Morvillo, Borsellino e le loro scorte, potrebbero amaramente convenire
di non essere morti invano perché, almeno in Italia, la criminalità
mafiosa non è più al primo posto, non è quella che ci spaventa e ci
deruba di più, non è quella dalla quale dobbiamo difenderci ogni giorno
anche nelle aule di Tribunale, non è quella che allontana gli
investimenti stranieri dalla nostra economia.
E già, ne abbiamo fatta di strada in 22 anni.
Oggi
l'EXPO di Milano ha ribadito, ove ve ne fosse bisogno, di essere
ostaggio, come tutte le grandi opere, della cupola politica, che se la
intende legislativamente con le banche e con le grandi imprese, che
riciclano i soldi delle mafie, che garantiscono la rielezione della
cupola politica.
Un cerchio perfetto.
Oggi la gestione del
territorio, dell'ambiente, dei servizi ai cittadini è nelle mani della
cupola politica che ha bloccato "con legge dello Stato" i concorsi
nella pubblica amministrazione e che ha assunto e/o piazzato i propri
clientes e fiduciari nelle società miste, delle consortili e dei
consorzi di comuni, cui sono stati esternalizzati "con legge dello Stato
e delle regioni", i servizi essenziali dei cittadini.
La quadratura del cerchio.
Oggi
la cupola politica, la grande impresa, le bancaria, tutte in società
con le mafie, hanno derubato un territorio, alterando il mercato,
affamando l'imprenditoria locale, mortificato il merito e impedito
l'affermazione di un buon governo del territorio, per garantire la loro
sopravvivenza.
Oggi, è certo, Stato, antistato e zona grigia,
come se fossero un combinato disposto dello stesso Codice di Governo, si
sono nutriti del nostro futuro avventandosi su di esso come corvi
neri, come su di un cadavere, un corpo morto che ha un valore, una
funzione e che produce ricchezza e piacere solo nelle loro mani di
becchini e di necrofili.
Oggi come allora piango coloro che ci hanno creduto fino alla morte.
Oggi come allora prendo atto di avere difeso una causa persa.
Oggi come allora ci riprovo, malgrado tutto, perché anche io come loro sono una potenziale killer seriale:
tutti
amiamo riproporre sempre lo stesso schema, quello che ci è più
congeniale, ognuno nello stesso ruolo di sempre, recitando lo stesso
copione, e interpretando sempre la stessa parte, quella che ti piaceva
e che hai imparato da piccola e che sai ormai a memoria, quella che
più ti si adatta per codice genetico, formazione, educazione,
famiglia.
Ognuno con le proprie ragioni e con il proprio scacco matto da segnare.
E così sia.
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