venerdì 21 febbraio 2014

Che barba, che noia... che barba, che noia...

Le primarie del PD calabrese sono da sempre  causa di maggiori attriti  e di più profonde divisioni,  rispetto a quelle che si volevano/potevano  risolvere  e superare, facendole. Del resto come il cancro non si cura con l'acqua di Lourdes, la democrazia non si difende con primarie muscolari, con pacchetti di tessere, con clientes, con bande che contrastano bande, con ricorsi e azioni giudiziarie, con guerre personali.  E così  tra una guerra ed un'altra svanisce l'esigenza della Politica,   il dovere di chi si candida di dire qual è il suo progetto piuttosto di indicare chi è il suo nemico, la curiosità del cittadino  di conoscere l'idea di Regione che sposa  votando tizio piuttosto che caio. Primarie imperfette, quindi,  e con tante zone grigie, che  non garantiscono nessuno, neanche chi vince. Ma funzionali ad un sistema di oligarchia consolidata che sopravvive a tutte le stagioni e che trova sempre un tavolo utile per accordarsi, cartina di tornasole per tenere nel gruppo anche le anime belle di quanti pensano di poter  concorrere ad una competizione aperta,  leale e contendibile e invece legittimano soltanto una corsa alterata in cui il nome del vincitore è già scritto, perché frutto di un accordo spartitorio che include e accontenta tutti quelli che non hanno alcuna difficoltà a sporcarsi le mani. Il Pd è anche  questo, prendere o lasciare.


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