Il
bicameralismo perfetto diventerá imperfetto attraverso l'introduzione
del monocameralismo effettivo con un Senato delle Autonomie. I
componenti non saranno elettivi ma scelti fra eletti nelle autonomie
locali e non riceveranno alcun compenso aggiuntivo. Avrá funzione
consultiva, ma non vincolante, nel processo formativo delle leggi
ordinarie che saranno adottate solo dalla Camera dei deputati.
Per l'elezione del Capo dello Stato e per le modifiche costituzionali,
invece, il bicameralismo ritorna ad essere perfetto e il Senato
manterrà il ruolo odierno.
Non sarà la miglire soluzione, ma ha
sicuramente una sua logica e una sua linearità rispetto alle ibride
proposte di Grasso che, in quanto Presidente del Senato, quindi uomo
delle Istituzioni, forse avrebbe dovuto restare arbitro e non tirare in
porta.
L'ipotetico pregio della riforma complessiva, tuttavia, si
perde nei meandri delle annunciate imboscate del 25 maggio... dai fanti
del 24 maggio ai senatori del 25 maggio... guerre diverse, obiettivi
diversi, un'altra Italia, altri fanti.
Renzi, e se abolissimo le Regioni e le Province, e mantenessimo il Senato in una nuova Italia dei Comuni?
Così, tanto per dire..!!
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