Rest in peace, Saverio Strati...
"Mio padre parlava e lavorava. Lavorava come un treno in corsa. Era sempre in moto, anche mentre mangiava il suo pezzo di pane con olive o fichi secchi o frutta. Mangiava, parlava e faceva sempre qualcosa. Tagliava un rametto, aggiustava una vite, toglieva una foglia, portava erba ai conigli, preparava il beverone per i porci. Era bravo a potare, a innestare, a seminare; a mietere non c'era un altro che l'eguagliasse. Allevava la vigna come gli uomini di lassù che da un filare di viti ricavavano mosto che noi non ne ricaviamo, a causa della vecchia maniera, neanche da mille viti. E mille viti richiedono il doppio del doppio terreno e più della doppia della doppia fatica. Fra l'altro lassù usano la macchina in tutto."
"Il selvaggio di Santa Venere", 1987)
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