lunedì 16 giugno 2014

Chiesa e Stato: presenza/assenza di preparazione alla società civile

La Chiesa impone ai promessi sposi il corso preparatorio al matrimonio diretto a spiegare diritti e doveri dei coniugi cattolici, gli obblighi verso i figli, verso Dio e la comunità. Si può condividere o meno il metodo e gli obiettivi, ma la Chiesa la sua parte di formazione o formattazione che dir si voglia, la svolge e non ci si sposa in Chiesa se non aderisci a quel progetto di famiglia, o se non fai finta di volerne far parte: ci si confessa, si fa la comunione e poi l'obbligatorietà della cresima. Tutto questo non è diretto, evidentemente, alla cura dell'anima, ma se non compi questi passaggi, che possono anche essere retori, teorici, rituali, non puoi contrarre matrimonio. La formazione dei coniugi cattolici passa quindi da una continua esercitazione e selezione che si compie nel tempo nella propria parrocchia di appartenenza.
Lo Stato Civile nelle sue forme ed espressioni territoriali in che modo forma o formatta i propri cittadini, i padri e le madri di famiglia? Quali sono i requisiti ineliminabili per contrarre matrimonio civile, pubblicazioni a parte? In che modo lo Stato utilizza la medicina di base, la scuola dell'obbligo, i servizi sociali, le associazioni antiviolenza, le strutture di mediazione, le case famiglia, per educare all'affettività, alla sessualità, alla genitorialità?
Certo non si può impedire a nessuno di fare sesso, di confonderlo con l'amore e di mettere al mondo figli anche se non si è in grado di essere genitori. Così come è impossibile capire quando si è pronti, responsabili, al sicuro dal rischio di essere sopraffatti dal proprio mostro interiore. Ma siamo sicuri che con tutti i soldi che spendiamo per sanità, giustizia, scuola, formazione, associazioni, ecc. ecc., non sia possibile fare di meglio e fornire alle madri, ai padri, ai mariti, alle mogli, ai figli, strumenti di maggiore comprensione dei comportamenti apparentemente strampalati e innocui, ma che potrebbero con anticipo rivelare le personalità difficili, alterate, pericolose?
Non è che per caso la sanità è organizzata nell'interesse di medici, farmacie & c., la giustizia nell'interesse di giudici e avvocati, scuola, formazione, associazione, nell'interesse dei prof, dei formatori, di presidenti e componenti di direttivo?
No, dico così per dire, perché, se così fosse, dovremmo concludere che della "persona" non si occupa nessuno e che allora fin troppo bene vanno le cose.


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