martedì 17 giugno 2014

Per fare un tavolo... ci vuole un fiore *

Sulla mia esperienza professionale dopo alcuni lustri dal giorno della mia laurea.

- Pensiero n° 1: i Magistrati.

In venti anni di professione forense ho avuto modo di incontrare colleghi e giudici di ogni età, estrazione, provenienza, scuola di formazione, colore politico, appartenenza massonica, grado si autorevolezza, bravura, competenza, personalità, umanità, equilibrio. Nel Tribunale di Lamezia Terme, per esempio, evitando di citare i magistrati togati attualmente in organico, e scusandomi se ne dimentico qualcuno, hanno lasciato un segno di competenza e sobrietà, magistrati come la Dott.ssa Pinto, la Clerici, la Manzini, la Bonaudi, Diograzia, Moneti, la Medica, la Ermini ecc. ecc. Per ultimo, ma solo in ordine di tempo il dott. Cesare Trapuzzano, ormai assegnato al tribunale di Viterbo. Con loro i cittadini potevano stare tranquilli per l'imparzialità, la competenza, l'equilibrio, la correttezza, e potevano stare certi che le ragioni di ciascuno sarebbero state prese in considerazione anche se assistiti e difesi dai peggiori avvocati.
Così come ricordo l'autorevolezza e la saggezza del compianto Presidente Frontera. Anche tra i giudici onorari ricordo e rimpiango la competenza dell'Avv. dell'Aquila, per anni titolare del ruolo di esecuzione mobiliare.
Ma tra i Giudici di Pace, a parte pochissime eccezioni che si possono contare su una sola mano, e di cui non faccio i nomi perché tutt'ora in carica, è quasi impossibile trovarne in grado di amministrare la giustizia, di governare un'udienza, un processo, un procedimento, di scrivere una sentenza motivata e logica.
Anzi spesso i processi sono stati da molti di loro, dai più spregiudicati ai più finto tonti, trasformati in una barzellette, in budget retribuito, in cottimo fiduciario.
Che meravigliosa invenzione, che potente macchina da guerra. Quanti affari condivisi con avvocati, carrozzieri, ctu ecc. ecc.
Vassalli mi perdonerà, quindi, se penso che il suo genio abbia dimostrato tutti i suoi limiti con la loro introduzione e che, non a caso, nessuno degli obiettivi prefissati sia stato raggiunto. Anzi! E' aumentata la spesa pubblica, il carico di processi pendenti, l'intasamento dei tribunali e della cassazione per le impugnazioni, il tasso di litigiosità tra le parti. E poi si è aperta, ahimè, la porta di una costosa e pericolosa attività inflattiva per Stato e cittadini, ma utile e remunerativa per molti Giudice di Pace, Avvocati, CTU, con le cause seriali, con i ricorsi alle ordinanze ingiunzioni, con le truffe assicurative ecc. ecc.
Troppo spesso un affare tra giudice e difensore, con sentenze scritte dagli avvocati e firmate dai giudici che così facendo incameravano a sentenza l'impossibile, ottenendo liquidazioni al massimo della tariffa, senza alcuno sforzo di ricerca, di ricostruzione, di motivazione.
E non c'è differenza tra Nord, Sud, Centro, Isole.
Rispetto ai magistrati togati, quelli reclutati tramite concorso, la cui preparazione e competenza professionale dovrebbe essere certificata, non altrettanto le capacità umane e l'equilibrio necessario (ma questo è un altro discorso), soprattutto la cattiva abitudine di affidare a novelli uditori senza alcuna esperienza, ruoli e sezioni in Tribunali difficili, dove spesso creano più danni di quelli che sarebbero chiamati a risolvere, se posso sollevare una preoccupazione, è d'obbligo ripensare e valutare l'opportunità della loro candidabilità alle cariche elettive amministrative e politiche del Paese, a svolgere ruoli e incarichi al di fuori dell'ambito giudiziario. Personalmente sono contraria credendo profondamente nella necessità della divisione dei poteri e della pericolosa interscambiabilità tra i componenti degli uni e degli altri, se non in casi eccezionali regolamentati con norme stringenti. Allo stesso modo penso che un deputato o un Senatore non possa fare il Ministro, il sottosegretario o il Vice Ministro.
Oggi la necessità di una riforma del sistema giudiziario, dei codici di procedura, del diritto penitenziario, della necessità di tagliare gli sprechi, di riorganizzare il sistema carcerario, non può essere solo diretta a sopprimere ed accorpare sedi, ma a garantire che il reclutamento dei magistrati, degli operatori del diritto, avvenga solo per competenza e, tra quelli idonei per competenza, quelli più equilibrati sul piano psichiatrico. Sì, avete letto bene, psichiatrico. Del resto ai magistrati si affida la difesa della nostra civiltà giuridica, come ai maestri la formazione e l'educazione dei nostri figli. Quindi vorremmo forse che di ciò si occupassero personalità alterate?!
Entrambi, magistrati e insegnanti, non possono evidentemente essere reclutati per soli titoli ed esami, o per nomina arbitraria del Presidente della Corte di Appello o del Provveditore o del Preside di turno. Occorre un passaggio aggiuntivo, forse un periodo di prova, ma occorre soprattutto un Parlamento che non si spaventi di una Magistratura autorevole. E quindi, se vogliamo che la giustizia funzioni, serve un popolo politicamente maturo che elegga, scegliendoli uno per uno e non lista per lista, un parlamento di persone libere ed autorevoli, anche se aderenti ad un partito politico o ad un movimento di pensiero.
Per fare un tavolo... ci vuole un fiore.

http://www.youtube.com/watch?v=B5wIUDzuqO8&feature=kp
 
* Se i Poteri dello Stato diventano caste, è lampante che i concorsi li vincano i raccomandati, che in Parlamento siedano i nominati, etc. etc. Ecco perché sostengo che "per fare un tavolo ci vuole un fiore".

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