sabato 17 maggio 2014

Lisciotterie di metà maggio

Con Pasquale Porchia ricordando Emilio Argiroffi che ricordava "a cummari c'u pidicuddu" che a sua volta ci ricorda comari e comparucci di "pastette"... ogni riferimento non è puramente casuale.

Me' cummari c'u' piticuddu
 quannu mancia n
on bbidi a nuddu,
 quannu llesti di manciari
 gghiama a tutti li so' cummari.


TRADUZIONE LETTERALE:
La mia comare con il gozzo
quando mangia non vede nessuno,

quando finisce di mangiare
chiama tutte le sue comari.

TRADUZIONE SOSTANZIALE
Caro compagno tu lavori ed io magno.
 
 
 
Sempre con Pasquale Porchia, dopo Argiroffi, discutendo della relatività della vita, dell'amore e della morte, siamo passati a Dino Campana, alla sua follia, alla sua Sibilla Alerano, alle sue rose che non erano le nostre, quelle che brillano solo nei rovi al sole del mattino e poi sfioriscono e i petali cadono... sempre.

In un momento
 Sono sfiorite le rose
I petali caduti
Perché io non potevo dimenticare le rose
Le cercavamo insieme
Abbiamo trovato delle rose
Erano le sue rose erano le mie rose
Questo viaggio chiamavamo amore
Col nostro sangue e colle nostre lagrime facevamo le rose
Che brillavano un momento al sole del mattino
Le abbiamo sfiorate sotto il sole tra i rovi
Le rose che non erano le nostre rose
Le mie rose le sue rose
 
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Giulia con il prof Pasquale Porchia

Chi è più lisciotto tra Giulietta e Pasqualotto? :) 
 
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la mia nuova rosa
 

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